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“Finisca l’anno con le sue maledizioni. Cominci l’anno con le sue benedizioni” Queste due frasi sono il leit motiv della composizione poetica con cui comincia la Tefillà di Arvit di Rosh Ha’Shanà.

C’è un passo della Torà in cui si parla di maledizioni che vengono trasformate in benedizioni. Il mago profeta Bilam, su incarico di Balak, tenta di maledire il popolo ebraico. Si tratta di un originale tentativo di distruzione del popolo non con le armi ma con la parola. Bilam però non riesce a maledirlo. Le sue maledizioni si trasformano in benedizioni. La più nota di queste benedizioni è “Come sono belle le tue tende Ya’akov, le tue residenze Israel”. A cosa si riferisce Bilam? Ci sono varie interpretazioni di questo verso. La più nota è che ci si riferisca alle case del popolo ebraico. Secondo i chachamim la benedizione di Bilam è speculare al suo tentativo di maledizione. Bilam vuole distruggere il popolo ebraico distruggendone le case, le famiglie.

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